mercoledì 11 giugno 2008

La lanterna ritrovata


Nel fine settimana scorso come al solito sono andata, con il mio compagno, nella nostra casina fuori Roma, casa che stiamo cercando di rendere abitabile dopo che è stata lasciata un pò a se' per anni dopo che la scomparsa di mio padre ci ha lasciato tutti un pò smarriti.
Così arrivati al punto di dover prendere una decisione: lasciare o andare avanti, vendere o tenere casa, io e il mio ragazzo abbiamo deciso di reagire e prendere in mano la situazione.
Certo non è facile, la casa è abbastanza grande e sarebbe da ripitturare sia dentro che fuori, il giardino, enorme, e sarebbe anche lì da rifare sia per quanto riguarda le piante (tante e cresciute selvaggiamente) sia per quanto riguarda il mattonato ma proprio non ce la sentivamo di arrenderci così, in un certo senso quella è la nostra casa di famiglia e venderla sarebbe stato come un pò perdersi.
Quindi abbiamo deciso che piano piano il nostro obiettivo sarà quello di rinverdire questa casa e renderla un posto piacevole in cui poter stare, non che ora non lo sia ci si può stare comunque benissimo ma certo mettendola a posto per bene ci sarebbe una bella differenza.

Così lo scorso fine settimana (come da gennaio nonostante il freddo che ha fatto e i vari "ma dove andate con questo freddo! Ma chi ve lo fa fare il fine settimana invece di divertirvi!") siamo andati lì e nel mettere a posto il garage tra rastrelli, sdraio, tagliaerba, ferri, e vecchie canne da pesca ho ritrovato una vecchia lanterna giapponese, di mio padre, a cui lui era molto affezionato e che mi ricordo appesa nell'ingresso quando già da bambina ero incuriosita da tutto quello un pò diverso e particolare, e stavo lì sotto a guardare tutte le miniature che mi sembravano indecifrabili così alte per me così piccola, mi sembrava che i loro sorrisi tra il malinconico e il posato mi prendessero un pò in giro perchè da lì sotto non riuscivo a parlare con loro.

Ho preso in mano questa lampada e finalmente dopo anni ho potuto ammirarla: tante piccole raffigurazioni di gashie, di vita quotidiana su tasselli di legno scuro e carta; così l'ho pulito tutto con estrema delicatezza e forse sbagliando ho tirato via l'impianto elettrico che mio padre aveva fatto, e ho riportato la lanterna alla luce.
Ho deciso quindi che una delle stanze della casa sarà dedicata a lei, alla lanterna giapponese, che mi ha regalato un tenero ricordo disperso nel cuore.

lunedì 9 giugno 2008

Dedicato a lui (Hayez)

"La preghiera del mattino" V. Vela


Se vi è rimasto un po' di tempo libero tra oggi e domani e vi trovate nei pressi del Quirinale, vi consiglio di andare a vedere la mostra sull'Ottocento. Io sono andata sabato mattina con il beneficio della tranquillità di non trovare la massa e infatti è stato così, all'entrata non c'era nessuno o meglio si entrava tranquillamente senza fare alcuna fila.

La mostra è articolata in varie sale ognuna con lo scopo di illustrare attraverso le opere d'arte un determinato momento storico dell'Ottocento che solo tutt'ora sta ritrovando la dovuta, a mio avviso, riconsiderazione storica ed artistica e nello specifico si sta rivalutando anche un pittore con Hayez (tra i miei preferiti) ma non solo.

Il percorso si apre subito con due grandi opere tra cui "Il quarto stato" di Pellizza da Volpedo e due magnificenti statue del Canova "I Pugilatori" ; dei capolavori che da soli varrebbero tutta la mostra, la maestria del Canova lascia affascinati e a bocche aperte per la capacità di modulare il marmo, di saper definire le vene e la tensione muscolare degli atleti, la concentrazione che precede la sfida agonistica..da perderci ore ad ammirarli.

La prima sala è didicata all'età Napoleonica dove c'è la prima raffigurazione di Napoleone quale imperatore anche del Regno d'Italia per mano di Andrea Appiani; poi si prosegue con la sala che ci proietta in un'arte a servizio della riscossa futura dell'Italia dagli invasori, ecco quindi opere di Hayez dedicate a eventi di moderna storicità italiana con "La congiura dei Lampugnani" che ripropone la congiura contro Galeazzo Maria Sforza nel 1476 ma si affermano anche i ritratti delle casate più importanti non più però volte ad celebrarne la potenza ma a sottolinearne l'umanità la chiave individuale, umana dei personaggi, i legami familiari, si affaccia la corrente del Romanticismo che ritroviamo infatti in pieno nella sala attigua in cui nei quadri prendono posto vedute paesaggistiche che colgono la realtà della vita, scorci di luce, ma anche di vita quotidiana reale.

"Malinconia" o pensiero malinconico- Hayez

Giungiamo così a gli anni trenta dell'Ottocento in cui il nudo e i ritratti riprendono la scena artistica grazie ad esecuzioni quali quelle di Hayez e Piccio, rispettivamente a Milano l'uno e a Bergamo-Cremona l'altro.


Ma da lì ad un decennio ci troviamo coinvolti nella polemica contro le Accademie, così i principali attori della scena artistica cercano nuove iconografie, da notare la bellissima scultura di Vincenzo Vela "La preghiera del mattino" che insieme alla "Malinconia" di Hayez rendono in pieno lo spirito tormentato dell'uomo ottocentesco. Grazie poi, negli anni '40 e '50, al successo verdiano del Nabucco ritrova nuovo slancio anche il vero reso tramite la pittura storico-biblica.


"Il bagno di Betzabea"- Hayez



Si arriva così anche al "Bacio" di Hayez (forse la sua opera più conosciuta) che riassunse in sé una serie di allegorie politiche che resero l'opra subito famosa ma anche altrettanto screditata dai critici del Novecento almeno fino a questa mostra.


Dopo l'Unità di Italia, da cui nasce il secondo percorso della mostra, si vedono rappresentati i Macchiaioli con la loro visione del vero in cui si lascia il posto a raffigurazioni di contadini, delle Macchiaiole appunto, che centra l'indagine ad un'analisi positivista; mentre emerge, tramite le numerose esposizioni organizzate in tutta Italia, il peso che il verismo sociale è stato capace di focalizzare, sia come mezzo di denuncia della guerra che di avvenimenti storici importanti per l'Italia, impressionante il quadro che raffigura "Gli ultimi momenti di Mazzini morente" di Silvestro Lega in cui il Mazzini condottiero- combattente non è che un semplice vecchietto ormai inerme su un letto, stanco, scavato come qualsiasi altro uomo.

Ma il verismo provoca anche correnti di ribellione, i così detti Scapigliati in cui il soggettivo viene privilegiato a dispetto dei canoni tradizionali a favore di legami ed affetti sottintesi.

Al volgere del secolo la prima Triennale di Brera è il ricettacolo del cambiamento artistico italiano in cui convergono la corrente verista sì ma anche il divisionismo, legato alle moderne leggi della visione ottica che scompone il fenomeno del colore e della luce.

Il periodo storico "Ottocento" infatti è ricco di variazioni e stati d'animo differenti che convivono e che sfoceranno anche nel Simbolismo, oltre che produrre opere come il "Ritratto di Yvette Guilbert" di Medardo Rosso un po' troppo sperimentale per l'epoca( e anche per me) ma che sarà apprezzato invece molto dai futuristi.

Insomma una bella mostra anche questa che spero di avervi illustrato nel migliore dei modi, ora me ne rimane una (per ora) quella sul Quattrocento al Museo del Corso ma ancora ho tempo!.
Alla prossima, e vi lascio con un'opera di Hayez che non conoscevo ma che mi ha affascinato molto "La Venere" ritratto della ballerina Carlotta Chabert.