martedì 27 novembre 2007

Tocca solo a noi

Hello,
One in 3 women may suffer from abuse and violence in her lifetime. This is an appalling human rights violation. But we can put a stop to this.
As the Goodwill Ambassador of the United Nations Development Fund for Women, UNIFEM, I am asking you to "say NO to violence against women" by joining our internet-based global advocacy effort. Widespread participation by people in every country sends a strong message to governments around that world that ending violence against women must be a top priority.
Please help us demonstrate that hundreds of thousands — even millions — demand action and insist on resources for programs that prevent, protect and provide services for survivors. How can you do it? By adding your name to our book ... by sending on to friends, family and colleagues so they can join.
I became UNIFEM's Goodwill Ambassador to amplify the voices of the women and girls who have been subjected to violence and abuse. That is why I was the first to sign up my name for this important campaign. Please add your name to mine. It's easy and it's fast. A special website has been created at http://www.saynotoviolence.org/ where you will be able to sign on.
The more names we collect, the stronger our case to put ending violence against women on the top of the agenda and making the world a safer place for women. Thank you for joining me.
Nicole KidmanUNIFEM Goodwill Ambassador

lunedì 26 novembre 2007

Siamo il bersaglio preferito...



A supporto dell'iniziativa dell'UNIFEM che durerà fino all'otto marzo, giornata internazionale della donna, questo breve video che potrete anche visionare sul sito già menzionato nel post qui di seguito...facciamo sentire la nostra voce, fate sì che per una volta la nostra voce possa essere udita anche da chi non vuole sentirci!!!

La nostra voce a livello mondiale...

Da oggi sul sito http://www.saynotoviolence.org/ possiamo contribuire anche noi con la nostra presenza all'iniziativa dell'UNIFEM e della sua ambasciatrice Nicole Kidman...possiamo far sentire la nostra voce al mondo interno per dire No alla violenza sulle donne e dare coraggio a chi non c'è l'ha!!! E far capire ai governi che la violenza sulle donne non è una questione privata e va affronata come una priorità quale è!.


domenica 25 novembre 2007

Anche voi potete!


In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, anche gli uomini possono dare il loro contributo indossando sul petto una coccardina bianca, in segno di vicinanza alle donne che hanno subito violenza.

L'iniziativa è nata in Canada già da qualche anno per volontà di alcuni uomini che hanno sentito il bisogno di intraprendere una vera e propria campagna di sensibilizzazione verso gli altri uomini ed in particolare verso i ragazzi più giovani per creare una cultura del rispetto e della non violenza, partendo dalle scuole; l'unico rammarico è che anche qui si è dovuto agire a livello personale e anche quindi ristretto ma questo gesto così semplice eppure così significativo ha preso mano a mano piede e si è diffuso, anche da noi ci si è accorti dell'iniziativa e speriamo che molti uomini aderiscano in questa giornata dedicata. Spero invece vivamente che non si assista in tv ai soliti luoghi comuni o considerazioni senza cognizione di causa su questo tema in occasione di questa giornata che comunque vada speriamo porti conforto e sostegno a tutte quelle donne che non hanno ancora trovato il coraggio e la forza di ribellarsi e ritrovarsi!.

Uomini abbiamo bisogno anche di voi!!!!

giovedì 22 novembre 2007

Chi cerca...suona!!!


Sono alla ricerca di sagat usati o nuovi ma a modico prezzo, mi servono per tribal e non avendoli mai tenuti in mano mi accontento di un paio economico tanto per fare esercizio, se qualcuna di voi ha un paio vecchio o nuovo ma mai usato o anche usato che insomma vuole dare via a poco, fatemelo sapere.



Grazie.


martedì 20 novembre 2007

Sabato pomeriggio in occasione della giornata nazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, dedicato dall'ONU a questo fenomeno sempre più dilagante, si terrà una manifestazione dalle 14 in poi che da P.zza della Repubblica si muoverà fino a P.zza Navona, l'invito è aperto a tutte le donne!!!; ma voglio segnalarvi anche un'altra iniziativa che a me è piaciuta particolarmente, tra le tante correlate alla manifestazione e al tema della violenza sulle donne: Domenica 25 novembre, ore 21.30
FIGLIE DI SHERAZADE

Teatro dell'Angelo, Via Simone de Saint Bon, 19 - Roma
INGRESSO LIBERO fino ad esaurimento posti


di e con Chiara Casarico e Tiziana Scroccacon la straordinaria partecipazione e le musiche di Rosie Wiederkehr (cantante degli Agricantus) e Ruth Bieri :
Figlie di Sherazade. Raccontare per salvarsi la vita. Due donne si raccontano come in uno specchio ribaltato: una fuga e un ritorno, un dramma personale e le sofferenze di un popolo.I n occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, l'Associazione Il Naufragarmedolce e la Fondazione Pangea Onlus vi invitano al Teatro dell'Angelo di Roma. Interverrà il Centro Donna Lisa di Roma. Un'occasione per riflettere sulle situazioni di disagio dovute alla diversità di genere nel mondo.

sabato 17 novembre 2007

Connubio d'arte

Vi segnalo questa mostra fotografica all'interno di un teatro. Le immagini riprendono l'arte della danza attraverso le foto di noti danzatori e ballerini, da Nureyev a Ginger Rogers, da danzatrici algerine dei primi dell'ottocento a Fred Astaire..; la mostra è gratuita ed è fino a Dicembre.


Io ho sempre trovato le immagini legate alla danza estremamente affascinanti, capaci di rapire i sensi e per questo mi piacerebbe andare a vedere questi scatti, dopo di tutto la danza è sempre danza sotto ogni forma, sempre affascinante e coinvolgente bella da vedere anche in foto.





Teatro dell'Opera
Piazza Beniamino Gigli, 1
27 settembre- 5 dicembre

venerdì 16 novembre 2007

Donne e carriera

E' già di qualche mese fa il mini-sondaggio sulle nostre competenze professionali che così ha sentenziato alla domanda: "Il lavoro che svolgi è realmente quello che ti piacerebbe fare?", le risposte sono state: 25% Sì, mi sono preparata per questo; 0% Sì, ma solo dopo esperienze negative; 25% No, ma è comunque nell'ambito in cui mi piacerebbe lavorare; 50% No, affatto.

Questo risultato mette in evidenza secondo me come ancora le donne abbiano difficoltà a collocarsi in modo soddisfacente nel mondo del lavoro.
Una ricerca del 2005 da parte dell' Inps sulle donne nel mondo del lavoro parasubordinato* ha messo in evidenza ancora una volta come "i dati non sono confortanti ed evidenziano il permanere della donna in una condizione di "debolezza" rispetto agli uomini, per la persistenza degli atavici vincoli, che ne frenano la crescita professionale, l'affermazione della propria identità e la conciliazione dei tempi di lavoro e vita familiare".
Inoltre, in generale per quello che riguarda il reddito:
"La prevalenza femminile risulta particolarmente evidente nelle classi contributive più basse, specialmente al Nord, al salire del reddito, si evidenzia il fenomeno inverso, una prevalenza del sesso maschile, più accentuata al Sud. Dal 2005 per tutte le fasce contributive, il numero dell'occupazione maschile diventa ovunque prevalente, anche se si registra un generalizzato decremento del gettito contributivo".
Per concludere: "In termini di compensi complessivi corrisposti, si registra una sottovalutazione economica del lavoro femminile, in quanto le maggiori contribuzioni sono sempre appannaggio degli uomini": 2003/2004= contributi all'INPS da lavoratrici donne 28% del totale, così ripartite: al Nord> 26.6%; al Centro>30.9%; Sud e Isole> 29.6%. I minori compensi denotano una tendenza alla penalizzazione retributiva nei confronti della donna a parità di attività svolte".

Ed è di soli pochi mesi fa uno dei tanti articoli, del Sole 24 Ore, sul mondo delle aziende in cui si mette in risalto come nelle posizioni di potere, "ai vertici", ci siano solo uomini; il così detto "tetto di cristallo" è ancora molto lontano: In Italia le donne manager non vanno oltre il 2,9%, cioè 3 ogni 100 uomini sono Cape.




*"Donna a progetto" INPS Comitato Pari Opportunità, 2006.

giovedì 15 novembre 2007

Un appunto importante

Le parole sono importanti, di certo non scopro niente di nuovo, il significato che trasmettono è molto di più del mero senso letterale del termine che leggiamo o pronunciamo; le parole hanno un significato che va oltre e colpisce il nostro immaginario, da qui anche tutta la loro potenza.
Ma proprio per questo il linguaggio è ancora più importante se diventa un mezzo con cui perpetrare un'ingiustizia contro uno dei gruppi deboli della società: le donne.

Il nostro modo di parlare infatti ricalca valori antichi, fondati sulla famiglia patriarcale su cui l'intera società si è adattata, modi di dire che a noi ormai ci sembrano "normali" racchiudono invece una forza spaventosa: l'oppressione che viene proposta e riproposta e che ogni volta acquista forza; così: "Auguri e figli maschi!" è un augurio, no?...NO!!!
"Donna al volante, pericolo costante" è un'affermazione tutto sommato simpatica, no?...NO!!!
"Il figlio di Graziella sì che è un buon partito, facci un pensierino.." è un buon consiglio, no?...NO!!!
"Donne e motori, gioie e dolori", è tutto sommato la verità, le donne non ci capiscono niente di motori, giusto?...NO!!!

Insomma nel modo in cui ci esprimiamo ci sono elementi discriminatori di cui non ci si rende neanche conto e che sono il frutto di sedimentazioni secolari della preponderanza sociale maschile sulla donna.

Questo linguaggio, come detto, non fa che sedimentare nel nostro immaginario collettivo l'idea che alle donne siano preclusi "per natura" alcuni aspetti della vita in favore degli uomini e che certe cose non sta bene farle e altre sì; da una parte quindi abbiamo l'universo femminile che assimila aneddoti su cosa è giusto e cosa non è giusto fare o raccomandabile fare o meno al proprio sesso e dall'altra abbiamo l'universo maschile che ripropone il suo modello dominatore con effetti multipli chiaramente in sfavore delle donne. Tra i tanti mi viene da pensare che forse l'idea che gli uomini hanno delle donne, e che tanto viene tramandata dai mezzi di comunicazione vari in primis la tv, e che secondo loro li legittima ad atti di violenza, c'è sicuramente anche questa causa.

Per fortuna c'è chi fa caso a queste cose e studiandole o comunque occupandosene è anche in grado di almeno poter tentare di fare qualcosa..nasce da qui l'iniziativa della linguista Cecilia Robustelli, già in POLITE, per l'appello contro un uso non sessista della lingua italiana e quindi rispettoso dell'identità di genere, soprattuto per le cariche pubbliche in cui la professionalità delle donne non è riconosciuta poiché non esistono espressioni atte a rappresentarla se non declinate al maschile.
Un'iniziativa importante che secondo me porta avanti il lavoro iniziato negli anni '70 dalla Giannini Bellotti prima e dalla Sabatini subito dopo con uno slancio in più, si è passate infatti dall'analisi all'azione che speriamo riesca a farci segnare un importante risultato, per tutte, no?...SI!!!.

lunedì 12 novembre 2007

Tra leggenda e verità...

La leggenda che si tramanda a Roma da secoli e tra le più celebri, è quella della Papessa Giovanna. Tante versioni di questa storia, una delle tante fa risalire l'origine di questa donna addirittura ad una casata principesca; in questo regno il re aveva tre figlie a cui un giorno chiese quanto affetto avessero verso il proprio padre, le prime due lo lusingarono con espressioni retoriche ma efficienti mentre la terza lo paragonò al sale, una risposta che indispettì il re tanto da cacciarla di casa; questa, scappando chiese riparo in un convento di frati a Magonza, non senza essersi tagliata i capelli e avendo adottato abiti maschili. La sua cultura e la sua saggezza la misero in luce agli occhi dei superiori tanto da far carriera ecclesiastica fino a diventare cardinale e "concorrere" al soglio pontificio alla morte di Papa Leone IV nel 855.

Un'altra versione invece riporta semplicemente che una donna inglese d'origine ma abitante in Germania, si traveste da uomo e va in Grecia dove diventa teologa e poi trasferitasi a Roma riesce a scalare le gerarchie ecclesiastiche fino a diventare Papa.

Ma torniamo alla prima versione: dopo l'elezione a papa, Giovanna rivoluziona le pratiche di vita quotidiana licenziando i servitori tranne uno, il suo cameriere personale, Montesino, che sempre più insospettito dalla voce e dall'apparenza eterea del nuovo papa Giovanni, decide di metterlo più volte alla prova per scoprirne il sesso; tentativi che però in un primo momento andarono falliti sennonché il papa stesso rivelò al suo giovane e attraente servitore la sua natura e i due si amarono appassionatamente.

Dopo due anni e mezzo di pontificato, sottolinea l'altra versione della leggenda, durante una processione da San Pietro al Laterano, il papa Giovanni cominciò a contorcesi dalle doglie, in mezzo allo stradone di San Giovanni, come precisa la prima versione, lì dove c'era una statua e un rudere della Roma antica, il papa Giovanni partorì un bambino sotto gli occhi esterrefatti del clero e del popolo che sembrava impazzito...chi correva da una parte chi dall'altra in preda al panico.

Il papa diventa quindi la Papessa Giovanna che secondo alcuni viene lapidata dal popolo mentre per altri muore con il bambino tra la confusione e le grida dello sconcerto generale e comunque i loro corpi spariranno per sempre e di lei rimarrà solo la leggenda....della Papessa Giovanna.


Per chi vuole gustarsi la vicenda al Teatro dei Documenti, fino al 18 novembre, in Via Nicola Zabaglia, 42 va in scena questa vicenda rivista in chiave ironica e grottesca, un' occasione in più per conoscere questa figura di donna che forse tanto leggenda non fu. La sua esistenza viene ripresa infatti anche nella prima storia pontificia, del 1479 il cui autore, Platina, registra l'accaduto come una svista a cui si era rimesso riparo, negli anni, con un esame che il novizio papa doveva superare...sedersi su una sedia bucata da cui il diacono toccandolo poteva confermarne il sesso. Per molti però il malinteso nacque proprio dal fatto di usare queste sedie che in realtà erano "da parto" e da qui l'ironia interpretativa che poi sarà sfruttata anche dai luterani nelle loro invetture contro il papato fino a tutto il Seicento.

Storicamente poi ci sono dei riferimenti reali sì ma imprecisi e a volte non corrispondenti all'attualità dell'epoca.

Per altri ancora questa è semplicemente una leggenda che nasce dal potere che donne macchinose e senza scrupoli avevano conquistato presso il clero e il papato intorno al X secolo, come una tale Marozia che ebbe tra i suoi amanti Papa Sergio III, e che fece eleggere anche suo figlio al soglio di Pietro con il nome di Papa Giovanni XI, ma ancor prima, grazie ad oculati matrimoni e alle ricchezze derivatene, che le permettevano un controllo sui poteri ponentini, cominciò a scegliere lei i papi, così nell'ordine si ebbero, Leone VI (per pochi mesi), Stefano VI ed in fine suo figlio Giovanni.

venerdì 9 novembre 2007

Il gusto del passato...

Ieri sera armandomi di coraggio (per le mie condizioni di salute), sono andata a vedere il film muto del 1926 "Der heilige Berg", la montagna sacra, con Leni Riefenstahl la così detta regista di Hitler ma a parte questo particolare ininfluente per me nel senso che a me questo tipo di film piacciono troppo e che lei che ne è l'interprete sia stata un personaggio ambiguo e discutibile non mi interessa.
Quello che mi è piaciuto del film, sonorizzato dalle improvvisazioni dal vivo del gruppo Anthea, è stata la storia in se' ancora molto attuale e la capacità di un film muto di risucchiarti completamente nella trama, semplice ma efficace e di come all'epoca si riuscisse a fare buon cinema con semplicità e senza volgarità di alcun tipo; il film presenta anche effetti speciali per l'epoca spettacolari ma sempre utili alla storia e all'enfasi del racconto mai fatti a sproposito o tanto per impressionare.

Alla fine della serata mi sono ritrovata a fare elucubrazioni sulla danza che anche in questo film la fa da padrona :), e mi sono chiesta all'epoca, siamo nel 1926, quanta influenza nei movimenti della Riefenstahl ci fossero di quella danza così detta moderna che aveva mosso i primi passi già da qualche anno grazie ad Isadora Duncan. Mettendo a confronto le immagini mi sono fatta una mia idea... voi che ne dite?

La danza di Diotima al mare suo elemento naturale e dal quale proviene...




Isidora Duncan style

mercoledì 7 novembre 2007

Un'influenza troppo influente

E bene sì, ancor prima che arrivi la più nota e attesa influenza che questo anno colpirà il nostro paese e chissà come si chiamerà, se dopo l'asiatica e la cinese ci sarà anche l'orientale o la medio-orientale!!!, ebbene io intanto per non farmi mancare nulla e anticiparmi sul lavoro mi sono presa quella intestinale che ora gira negli asili nido, a volte mi chiedo se sia vero che le vere armi di distruzione di massa siano i batteri che i bambini riescono a passarsi e a passare così facilmente, comunque scrivo finchè la mia mente resterà in autonomia di pensiero ma per i prossimi giorni potrei avere dei problemi perciò forse non riuscirò ad aggiornare il blog.
A rileggerci presto...baci influenti-zati a tutti

lunedì 5 novembre 2007

Giù la maschera

Nel senso che bisogna anche avere il coraggio di vedere gli altri con occhi diversi, lontani dai soliti pregiudizi e magari potremo accorgerci che abbiamo qulacosa in comune e da lì pensare di cucire piuttosto che tagliare...
Così vi segnalo un incontro sul libro "Cheja' Celen. Ragazze che ballano" di Vania Mancini, dalla presentazione cito:
"E’ stato durante un matrimonio Rom che, vedendo ballare tutti con tanta passione, mi è venuta l’idea di far partecipi noi “gagè” (non Rom) di questo splendido spettacolo e quindi di organizzare il gruppo di ballo di ragazze Rom che in seguito prenderà il nome “Chejà Celen”, Ragazze che ballano”."
L'incontro sarà il 9 novembre alle ore 18 presso la libreria Fuori Posto in via Oreste Mattirolo 16 (Centocelle).

MANCINI VANIA
CHEJA' CELEN
RAGAZZE CHE BALLANO

Editore: SENSIBILI ALLE FOGLIE
Pubblicazione: 07/2007
Prezzo: € 12,00

domenica 4 novembre 2007

In principio fu...Tribal


La scorsa settimana ho inizato questa nuova avventura, la ATS sulla base degli insegnamenti di Caroleena Nericcio e della sua FCBD . La lezione è stata fitta anche perchè sono incontri intensivi ma mi è piaciuto molto mettermi alla prova anche con persone che studiano da più tempo di me e me la sono cavata abbastanza.

Nella prima lezione abbiamo preso confidenza con i movimenti che in qualche modo richiamano la danza orientale ma che sono secondo me in realtà interpretati comunque con variazioni che alla fine li fanno essere movimenti a se' con una propria identità.
Il clima era allegro e stimolante, le altre ragazze alla mano e simpatiche e ci siamo scambiate anche i primi segreti su come costruirsi letteralmente parlando un vestito fai da te, prete à porté.
Martedì scorso è stata una giornata fantastica, impegantiva ma bella, alle 18 sono corsa a San Lorenzo per recuperare la lezione di tribale, grazie alla disponibilità di Isabel, poi di corsa sotto il temporale sono arrivata a piedi fino a Termini dove ho preso il 64 per correre alla lezione di Raq Sharki di Salua e vero le 22.30 sono finalmente tornata a casa, stanca ma felice!

Qualche nota storica sulla ATS e sopratutto sulla FCBD di Caroleena Nericcio (vedi anche Post 5 settembre- E cominciamo Bene):
Tutto è nato dall'esperienza di Jamila Salimpur una delle prime danzatrici orientali negli Usa che proponeva danze di ispirazione folkloristiche senza pretese di fedeltà assoluta, nella sua compagnia c'era anche Marscha Archer che però dopo alcuni anni creò una sua troupe che aveva la caratteristica di inglobare lo stile di varie tecniche di danza e usare musiche di tutti i tipi senza trascurare una certa ricercatezza nei costumi di scena.
Caroleena è stata parte di questa ultima compagnia per sette anni quando poi all'età di 21 anni ha creato una sua scuola, la FCBD appunto.
L'ATS prende spunto:

dalla danza orientale per fianchi, busto e spalle,
dalle danze di foklore del nordafrica per fianchi
dal flamenco e dalla danza indiana classica per le braccia e le mani
dalla danza indiana per alcune posizioni dei piedi
dalla danza orientale per l’uso dei cimbali

A tutt'oggi la forma di ATS più diffusa negli USA è appunto lo stile di Caroleena Nericcio, la FCBD, nato alla fine degli anni 80.
Questo stile è caratterizzato dalla presenza di un gruppo di danzatrici, appunto una tribù, che ballano in perfetta sincronia tra loro pur improvvisando grazie alla presenza di un leader che con una seria di gesti-codici trasmette alle altre danzatrici, di solito 3 o più, i movimenti da fare.

In Italia questa disciplina è arrivata all'attenzione del pubblico e degli "addetti ai lavori", solo nel 2004 grazie alla performance delle BDS, in cui ritroviamo una eccellente esponente del ramo della Tribal, Rachel Brice, che però negli anni ha creato un suo vero e proprio stile chiamato Tribal Fusion.

sabato 3 novembre 2007

Per nulla Santa

Oggi 3 Novembre si festeggia Santa Silvia, madre di San Gregorio Magno, Papa del VI secolo.

Santa Silvia ha sempre avuto una vita esemplare che si ritrova nella santità del figlio Gregorio.
Nella sua vita è stata moglie, madre ed eremita, ha conciliato la sua posizione di sposa, moglie e madre con una piena adesione alla visione cristiana. Dopo la morte del marito Gordiano, esponente di un'illustre famiglia, decide di ritirarsi a vita claustrale fino alla sua morte, senza scordarsi però del suo ruolo di madre e facendo recapitare ogni giorno al figlio, da poco entrato in convento, una scorta di legumi per arricchire la dieta povera dei monasteri. Silvia morirà nel 590 circa a San Paolo fuori le mura, riuscendo a vedere l'elezione del figlio a Papa.

Una figura per me esemplare perchè nella sua esperienza si può vedere, come in quella delle altre sante e della figura mariana, come le donne siano parte integrante della Chiesa e quanto poco invece lo sono ora; tra i suoi pregi ci sono stati quelli di aver conciliato una vita familiare con quella evangelica, e allora mi chiedo perchè non è possibile farlo ora?Perchè le donne hanno un ruolo subordinato all'interno di una Chiesa che hanno concretamente collaborato a creare? Perchè bisogna scegliere tra una vita familiare e una vita consacrata, l'esempio di queste egregie figure non può essere da spunto per una riflessione?

Da questa mattina ho ricevuto telefonate e messaggini che mi facevano gli auguri e a mia volta ho fatto gli auguri alle mie omonime però mi sono ritrovata a pensare...perchè si fanno gli auguri di buon onomastico? Io mi sento un pò un'usurpatrice, il fatto che io porto il nome di una Santa non mi fa essere un'icona di rettitudine a mia volta, perchè farmi gli auguri? per cosa? per il fatto di portare il nome di un'illustre esponente della cristianità? E cosa c'entro io con le scelte e la vita di questa persona che è riuscita ad avere una vita santa?

Allora oggi voglio ricordare anche Rea Silvia, figura leggendaria, discendente di Enea, figlia di Numitore, re di Albalonga, viene segregata dallo zio usurpatore Amulio e reclusa obbligandola a divenire Vestale. Il dio Marte la possedè nei pressi di una fonte dove si stava riposando e dalla loro unione nasceranno poi i fondatori di Roma, Romolo e Remo.

Silvia= di orogine latina deriva dal termine silva, selva, bosco, quindi il significato è "abitante del bosco", "che viene dal bosco", "abitatrice della selva", "donna del bosco","selvaggia". Di ampio uso si diffonde nell'età repubblicana e ancora nel Medioevo grazie al culto di Santa Silvia. Il nome è diffuso in tutta Italia anche con molte varianti: Silvo, Silviano, Silva, Sylvia e Sylva.
Caratteristiche= riflessiva, pacata, tranquilla, amante della natura. Passa la sua vita a prendersi cura del suo giardino, del suo boschetto, tra il cinguettio degli uccelli e seguendo il ritmo delle stagioni. Meditativa è portata per gli studi filosofici ma anche per i piccoli lavori manuali.
Corrispondenze: segno dell'Acquario; Numero porta fortuna:8; Colore: bianco; Pietra: diamante; Metallo: oro.

Nella letteratura ci sono illustri personaggi: nell'Aminta di Torquato Tasso Silvia è una pastorella devota a Diana che si innamorerà del pastore Aminta innamorato di lei da tempo;
Giacomo Leopardi ne canterà le lodi in una delle poesie più conosciute in assoluto:

A Silvia

Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitaredi gioventù salivi?

Sonavan le quiete stanze, e le vie d'intorno,al tuo perpetuo canto,
allor che all'opre femminili intenta sedevi,
assai contenta di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi così menare il giorno.


Io gli studi leggiadri talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo e di me si spendea la miglior parte,
d’in su i veroni del paterno ostello porge a gli orecchi al suon della tua voce, ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice quel ch’io sentiva in seno. [...]


Ricordiamo tra i personaggi famosi Silva Koscina, Sylvia Plath, Sylvie Vartan.
Molte canzoni le sono state dedicate: "Silvia lo sai" di Luca Carboni,
"Silvia" di Vasco Rossi, "Canzone per Silvia" di Francesco Guccini.

venerdì 2 novembre 2007

Un Happy Halloween e non solo...


Nella notte delle streghe non potevo esimermi dal ballare, immersa nel verde della vallata che si vedeva al di fuori della finestra e nel caldo accogliente di un camino all'interno di una casa fiabesca. Ho passato così il ponte festivo, accompagnata dalla musica a cui ho tentato di dare una coreografia ma il risultato non è stato semplice però al di là dei risultati che in questa occasione non erano importanti, ho sperimentato e mi sono lasciata andare improvvisando su brani che di orientale non avevano nulla ma mi sono divertita proprio per questo.

Tra una chicchiera e un'altra ci è venuto a trovare anche un bel micetto a cui abbiamo dato il nome di Escher, perchè tentava di entrare in casa mentre stavamo parlando del noto artista e siccome il nostro primo intento, poi fallito, era quello di farlo uscire per assonanza fonetica a forza di dirgli esci esci...ecco che abbiamo battezzato anche lui che alla fine ha trovato riparo dalla pioggia arrivando ad un giusto compromesso, sull'uscio... ma poi nei giorni successivi ha guadagnato qualche metro!


Una bella esperienza passata tra la danza, la musica, la natura, un caminetto acceso e buon cibo(e vino!!!) con la persona amata, per riscoprirsi vivi al di là del buio metropolitano.
*photos by Ninakha