giovedì 15 novembre 2007

Un appunto importante

Le parole sono importanti, di certo non scopro niente di nuovo, il significato che trasmettono è molto di più del mero senso letterale del termine che leggiamo o pronunciamo; le parole hanno un significato che va oltre e colpisce il nostro immaginario, da qui anche tutta la loro potenza.
Ma proprio per questo il linguaggio è ancora più importante se diventa un mezzo con cui perpetrare un'ingiustizia contro uno dei gruppi deboli della società: le donne.

Il nostro modo di parlare infatti ricalca valori antichi, fondati sulla famiglia patriarcale su cui l'intera società si è adattata, modi di dire che a noi ormai ci sembrano "normali" racchiudono invece una forza spaventosa: l'oppressione che viene proposta e riproposta e che ogni volta acquista forza; così: "Auguri e figli maschi!" è un augurio, no?...NO!!!
"Donna al volante, pericolo costante" è un'affermazione tutto sommato simpatica, no?...NO!!!
"Il figlio di Graziella sì che è un buon partito, facci un pensierino.." è un buon consiglio, no?...NO!!!
"Donne e motori, gioie e dolori", è tutto sommato la verità, le donne non ci capiscono niente di motori, giusto?...NO!!!

Insomma nel modo in cui ci esprimiamo ci sono elementi discriminatori di cui non ci si rende neanche conto e che sono il frutto di sedimentazioni secolari della preponderanza sociale maschile sulla donna.

Questo linguaggio, come detto, non fa che sedimentare nel nostro immaginario collettivo l'idea che alle donne siano preclusi "per natura" alcuni aspetti della vita in favore degli uomini e che certe cose non sta bene farle e altre sì; da una parte quindi abbiamo l'universo femminile che assimila aneddoti su cosa è giusto e cosa non è giusto fare o raccomandabile fare o meno al proprio sesso e dall'altra abbiamo l'universo maschile che ripropone il suo modello dominatore con effetti multipli chiaramente in sfavore delle donne. Tra i tanti mi viene da pensare che forse l'idea che gli uomini hanno delle donne, e che tanto viene tramandata dai mezzi di comunicazione vari in primis la tv, e che secondo loro li legittima ad atti di violenza, c'è sicuramente anche questa causa.

Per fortuna c'è chi fa caso a queste cose e studiandole o comunque occupandosene è anche in grado di almeno poter tentare di fare qualcosa..nasce da qui l'iniziativa della linguista Cecilia Robustelli, già in POLITE, per l'appello contro un uso non sessista della lingua italiana e quindi rispettoso dell'identità di genere, soprattuto per le cariche pubbliche in cui la professionalità delle donne non è riconosciuta poiché non esistono espressioni atte a rappresentarla se non declinate al maschile.
Un'iniziativa importante che secondo me porta avanti il lavoro iniziato negli anni '70 dalla Giannini Bellotti prima e dalla Sabatini subito dopo con uno slancio in più, si è passate infatti dall'analisi all'azione che speriamo riesca a farci segnare un importante risultato, per tutte, no?...SI!!!.

4 commenti:

Vale ha detto...

Temo che sarà un cammino lungo e faticoso... L'altro giorno sono rimasta di sasso quando alla radio (nota emittente privata con un vasto pubblico adolescente e non) i conduttori per introdurre una chiacchierata sul calcio hanno definito l'argomento "scacciafiga".
Che immensa tristezza!
Avoglia a battaglie...

Nina ha detto...

Giuro che "scacciafiga" °__° non l'avevo mai sentito...lo aggiungerò alla già lunga lista di terminologie misogene e magari potrei renderlo noto alle "alte sfere" accademiche ma forse è meglio che ne rimangano allo oscuro, potrebbero davvero turbarsi!!!

Vale ha detto...

Sarebbe anche ora che qualcuno si turbasse...in questa radio non è la prima volta che sento utilizzare quel termine...il bello è che all'ascolto ci sono anche miriadi di ragazzini che prendono pezzetti di frasi ed espressioni e le inseriscono nel loro gergo quotidiano.
La radio è creatrice di nuovi linguaggi...ma questo come messaggio non mi pare davvero un granché... :-(

Anonimo ha detto...

Purtroppo quello che possiamo fare noi è ben poco in questo senso, più che analizzare la realtà che ci circonda e renderla nota anche a chi è nelle condizioni di agire e cambiare le cose, ma che evidentemente non vuole fino in fondo, non possiamo fare se non continuare cercando di porre il problema in evidenza con la speranza che le cose, ma solo a lungo termine, cambino grazie alla sensibilizzazione che si cerca di fare :(