venerdì 16 novembre 2007

Donne e carriera

E' già di qualche mese fa il mini-sondaggio sulle nostre competenze professionali che così ha sentenziato alla domanda: "Il lavoro che svolgi è realmente quello che ti piacerebbe fare?", le risposte sono state: 25% Sì, mi sono preparata per questo; 0% Sì, ma solo dopo esperienze negative; 25% No, ma è comunque nell'ambito in cui mi piacerebbe lavorare; 50% No, affatto.

Questo risultato mette in evidenza secondo me come ancora le donne abbiano difficoltà a collocarsi in modo soddisfacente nel mondo del lavoro.
Una ricerca del 2005 da parte dell' Inps sulle donne nel mondo del lavoro parasubordinato* ha messo in evidenza ancora una volta come "i dati non sono confortanti ed evidenziano il permanere della donna in una condizione di "debolezza" rispetto agli uomini, per la persistenza degli atavici vincoli, che ne frenano la crescita professionale, l'affermazione della propria identità e la conciliazione dei tempi di lavoro e vita familiare".
Inoltre, in generale per quello che riguarda il reddito:
"La prevalenza femminile risulta particolarmente evidente nelle classi contributive più basse, specialmente al Nord, al salire del reddito, si evidenzia il fenomeno inverso, una prevalenza del sesso maschile, più accentuata al Sud. Dal 2005 per tutte le fasce contributive, il numero dell'occupazione maschile diventa ovunque prevalente, anche se si registra un generalizzato decremento del gettito contributivo".
Per concludere: "In termini di compensi complessivi corrisposti, si registra una sottovalutazione economica del lavoro femminile, in quanto le maggiori contribuzioni sono sempre appannaggio degli uomini": 2003/2004= contributi all'INPS da lavoratrici donne 28% del totale, così ripartite: al Nord> 26.6%; al Centro>30.9%; Sud e Isole> 29.6%. I minori compensi denotano una tendenza alla penalizzazione retributiva nei confronti della donna a parità di attività svolte".

Ed è di soli pochi mesi fa uno dei tanti articoli, del Sole 24 Ore, sul mondo delle aziende in cui si mette in risalto come nelle posizioni di potere, "ai vertici", ci siano solo uomini; il così detto "tetto di cristallo" è ancora molto lontano: In Italia le donne manager non vanno oltre il 2,9%, cioè 3 ogni 100 uomini sono Cape.




*"Donna a progetto" INPS Comitato Pari Opportunità, 2006.

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