lunedì 12 novembre 2007

Tra leggenda e verità...

La leggenda che si tramanda a Roma da secoli e tra le più celebri, è quella della Papessa Giovanna. Tante versioni di questa storia, una delle tante fa risalire l'origine di questa donna addirittura ad una casata principesca; in questo regno il re aveva tre figlie a cui un giorno chiese quanto affetto avessero verso il proprio padre, le prime due lo lusingarono con espressioni retoriche ma efficienti mentre la terza lo paragonò al sale, una risposta che indispettì il re tanto da cacciarla di casa; questa, scappando chiese riparo in un convento di frati a Magonza, non senza essersi tagliata i capelli e avendo adottato abiti maschili. La sua cultura e la sua saggezza la misero in luce agli occhi dei superiori tanto da far carriera ecclesiastica fino a diventare cardinale e "concorrere" al soglio pontificio alla morte di Papa Leone IV nel 855.

Un'altra versione invece riporta semplicemente che una donna inglese d'origine ma abitante in Germania, si traveste da uomo e va in Grecia dove diventa teologa e poi trasferitasi a Roma riesce a scalare le gerarchie ecclesiastiche fino a diventare Papa.

Ma torniamo alla prima versione: dopo l'elezione a papa, Giovanna rivoluziona le pratiche di vita quotidiana licenziando i servitori tranne uno, il suo cameriere personale, Montesino, che sempre più insospettito dalla voce e dall'apparenza eterea del nuovo papa Giovanni, decide di metterlo più volte alla prova per scoprirne il sesso; tentativi che però in un primo momento andarono falliti sennonché il papa stesso rivelò al suo giovane e attraente servitore la sua natura e i due si amarono appassionatamente.

Dopo due anni e mezzo di pontificato, sottolinea l'altra versione della leggenda, durante una processione da San Pietro al Laterano, il papa Giovanni cominciò a contorcesi dalle doglie, in mezzo allo stradone di San Giovanni, come precisa la prima versione, lì dove c'era una statua e un rudere della Roma antica, il papa Giovanni partorì un bambino sotto gli occhi esterrefatti del clero e del popolo che sembrava impazzito...chi correva da una parte chi dall'altra in preda al panico.

Il papa diventa quindi la Papessa Giovanna che secondo alcuni viene lapidata dal popolo mentre per altri muore con il bambino tra la confusione e le grida dello sconcerto generale e comunque i loro corpi spariranno per sempre e di lei rimarrà solo la leggenda....della Papessa Giovanna.


Per chi vuole gustarsi la vicenda al Teatro dei Documenti, fino al 18 novembre, in Via Nicola Zabaglia, 42 va in scena questa vicenda rivista in chiave ironica e grottesca, un' occasione in più per conoscere questa figura di donna che forse tanto leggenda non fu. La sua esistenza viene ripresa infatti anche nella prima storia pontificia, del 1479 il cui autore, Platina, registra l'accaduto come una svista a cui si era rimesso riparo, negli anni, con un esame che il novizio papa doveva superare...sedersi su una sedia bucata da cui il diacono toccandolo poteva confermarne il sesso. Per molti però il malinteso nacque proprio dal fatto di usare queste sedie che in realtà erano "da parto" e da qui l'ironia interpretativa che poi sarà sfruttata anche dai luterani nelle loro invetture contro il papato fino a tutto il Seicento.

Storicamente poi ci sono dei riferimenti reali sì ma imprecisi e a volte non corrispondenti all'attualità dell'epoca.

Per altri ancora questa è semplicemente una leggenda che nasce dal potere che donne macchinose e senza scrupoli avevano conquistato presso il clero e il papato intorno al X secolo, come una tale Marozia che ebbe tra i suoi amanti Papa Sergio III, e che fece eleggere anche suo figlio al soglio di Pietro con il nome di Papa Giovanni XI, ma ancor prima, grazie ad oculati matrimoni e alle ricchezze derivatene, che le permettevano un controllo sui poteri ponentini, cominciò a scegliere lei i papi, così nell'ordine si ebbero, Leone VI (per pochi mesi), Stefano VI ed in fine suo figlio Giovanni.

1 commento:

Vale ha detto...

Davvero interessante! Adoro queste leggende avvolte dalle nebbie del passato...Grazie Silvia!