lunedì 7 gennaio 2008

La mia befana

La mattina del 6 gennaio, mi sono alzata un po' intirizzita dal freddo, la caldaia aveva fatto le beffe tutto il giorno e così l'avevamo spenta in via precauzionale, fortunatamente i condizionatori invece avevano fatto il loro dovere e la casa si era riscaldata piano piano con costanza, ma durante la notte nel torpore morfeico avevo spento l'impianto e così la mattina dopo, quella appunto del 6 gennaio, il risveglio era avvenuto per gradi, da sotto le coperte sono usciti prima le punte dei capelli, giuro di averle sentite starnutire, poi a mano a mano tutta la testa , gli arti superiori e poi il tronco e dopo un periodo di adattamento climatico, alla fine mi sono decisa a scendere dal talamo, infilandomi subito vecchia vestaglia di pile e ciabbatine di cotone decisa ad avviarmi a ripristinare l'impianto calorifero.

Mentre mi avviavo verso i condizionatori, passo davanti lo specchio del corridoio e quasi ho un sussulto di terrore...la befana, è proprio lei con i suoi capelli mal conci, le vesti non proprio all'ultima moda, il suo naso a becco e quel cappello alto in punta, sì questa volta è proprio lei, dopo tanti anni ora in età adulta eccola che finalmente la incontro... Ma appena mi avvicino l'immagine si dilegua e no sono solo io, che scema, di prima mattina senza occhiali non distinguerei un elefante da un cagnolino!, i miei capelli arruffati e il mio abbigliamento anti freddo hanno fatto l'illusione, riprendo quindi la mia strada verso la salvezza del calore indotto quando qualcosa attira la mia attenzione, qualcosa che prima non c'era, che per tutto il giorno non c'era stato, qualcosa che lì non c'era mai stato, qualcosa che non apparteneva all'arredo di quella casa...dal camino qualcosa è cresciuto, mi avvicino furtiva già pronta ad urlare o ad invocare aiuto, penso a qualche animale che si è intrufolato dalla canna fumaria, a qualche uccellino o peggio ancora a qualche roditore di spiacevole mole e socialità. Mi faccio coraggio e cerco di protendermi il più possibile per cercare di mettere a fuoco l'immagine...sì è qualcosa di grigio, oddio è un topo, e ora come faccio che gli faccio!Proprio a casa di una animalista doveva venire questo e poi una volta entrato lui e preso possesso dello spazio chiamerà tutta la sua famiglia, e dove li metto!, qui urge una soluzione diplomatica e non nociva per nessuno, come accoglienza e per fargli capire che qui siamo gente di pace, come benvenuto e per tranquillizzarlo per poi farlo ragionare sul da farsi, ossia abbandonare questa casa che è già abitata, potrei leggergli o leggerle Il cantico dei cantici, in mancanza di un San Francesco interlocutore del mondo animale magari comunque la sua opera potrebbe sortire effetti positivi sulle eventuali intenzioni belligeranti del topo e lo ben predisporrebbe ad un negoziato non violento.


Mentre sono assorta su questi pensieri un sussulto mi riporta alla realtà, una realtà che mi fa rabbrividire e gelare sulla mia posizione già statica su una mattonella del pavimento a circa 2 metri di distanza...quel coso o quella cosa, qualunque cosa sia...si muove, trattengo l'urlo di paura che già da prima mi ero preparata a far uscire dall'ultimo muscolo diafframmale e arretro a distanza di sicurezza maggiore, non si sa mai...ma sento dei passi mi sembrano umani che mi colgono alle spalle...bloccata dal terrore ormai sono quasi accovacciata su di me, sulle mie ginocchia piegate come un atleta pronto ai blocchi per partire a gambe elevate, quando questi passi, quasi felpati per dire la verità, si avvicinano sempre di più, chiudo gli occhi per qualche secondo ma la curiosità è più forte mano a mano che i passi si avvicinano sto quasi ancora una volta per urlare, quando vedo passare una pantofola a righe e con lei il mio compagno indifferente al mio maldestro mimetismo, cerco di fermarlo per non farlo proseguire oltre la soglia di sicurezza da me solcata ma non ce la faccio ancora prima che io possa fermarlo lui si dirige senza indugi verso il caminetto e tutto divertito e compiaciuto si gira verso di me, e mi dice: "guarda la calza!" , eh!!! Rimango interdetta con un' espressione pari a quella degli occhi delle mucche, non so se l'avete presente, quello sguardo all'infuori misto tra interdizione e/o la pazzia pura, mi avvicino ormai senza più remore e...è vero è una calza della befana sto per strappargliela dalle mani quando lui repentino alza il braccio impedendomi di afferrarla e dice: "non è per me!", vabbè allora a maggior ragione è mia, dammela, la voglio! ma riesco appena a finire di pensare che lui subito aggiunge: "ma non è neanche per te!", ecco c'è comunque la fregatura! La befana ha sbagliato caminetto, vabbè poverina è vecchia e poi sai quanti giri in una notte...si sarà confusa mi dispiace solo per quel bambino che quest'anno non riceverà la sua calza, che magari dopo aver passato una notte tra il dormiveglia per l'eccitazione e la curiosità di poter sentire la befana arrivare e magari di poterla vedere...alzandosi ci rimarrà davvero male non trovando proprio nulla, neanche una calza di tutto carbone, niente neanche quella!; i miei soliti pensieri vengono ancora una volta spazzati via da lui che mi dice: "Non è per me per te!", sì questo è l'unica cosa che ho capito, penso, "E' per la nostra amata nipotina!!!"...ah è per lei, giusto! meno male allora non ci sarà nessuno bambino a cui mancherà una calzetta! Ma ce ne sarà una che ne avrà due, speriamo che questa però non sia piena di solo carbone! ;).

3 commenti:

francesca ha detto...

ciao nina!
ma che bel risveglio!! :)

io adoro l'epifania, è una festa che a casa abbiamo sempre sentito molto. Quest'anno io e la mia mamma ci siamo messe a cucire le calze con le stoffe vecchie, è stato bellissimo, da rifare assolutamente! :)

nipotini, sorelle e fidanzati tutti felici e soddisfatti, e io con gran soddisfazione ho fatto la befana... mi si addice come ruolo!
un abbraccio e buon anno!

Nina ha detto...

Ma anche come fatina non te la cavi male! Mia nipote è impazzita per la fatina col cappello viola e il suo fatino...l'aiutante della fatina ovviamente! ;)

Vale ha detto...

Molto carino questo racconto-resoconto! Mi ha fatto sorridere la descrizione del risveglio perché con la faccenda del freddo somiglia tantissimo alle mie levatacce mattutine :-)