martedì 19 febbraio 2008

E luce fu



Domenica sono stata invitata ad una festa indiana che si festeggia tra il 13mo e il 14mo giorno della metà del mese di febbraio e marzo, in India si celebra la festa di Siva: Phalgun, ossia la notte del Grande Shiva, maggiore divinità del pantheon indiano. Le celebrazioni si svolgono per l'appunto di notte con canti musiche ed offerte al dio.
Si pensa che in questa notte Shiva abbia ballato la danza primordiale della creazione, prevenzione e distruzione: Tandava, Shiva o in questo caso Nataraja, il Signore della Danza, riequilibra la natura nei suoi cambiamenti e trasformazioni, contemplando il macrocosmo e il microcosmo il cui centro è il cuore dell'uomo che viene ripreso durante la danza dal rumore dei tamburi facendo sì che questa identificazione sia lo specchio dell'individuale con l'universale, stesso principio di universalità, di un tutto cosmico, per quanto riguarda Siva e Sakti, ovvero se Shiva è la manifestazione maschile cosmica del dio sakti è quella femminile, entrambi complementari l'uno all'altra, la cui unione viene chiamata Ardhanariśvara ovvero se siva è la natura materiale sakti è l'energia creatrice: spirito e materia, intelligenza ed energia, conoscenza ed azione.


Ci sono due leggende che danno fondo alla festività. Una narra che Shiva per evitare la distruzione del mondo che sarebbe potuta essere provocata da un veleno che nel ribollire dell'oceano del latte primordiale avrebbe potuto avvelenare il creato, bevve il veleno senza ingurgitarlo tenenedolo in gola, da qui anche il tipico colore viola con cui viene raffigurato.
Gli dei lo aiutarono a rimeanere sveglio per non farlo addormenatre e dargli la possibilità di riprendersi completamente e così i fedeli durante la notte lo celebrano con canti e danze e il suo simbolo fallico viene ogni tre ore omaggiato con i doni sacri della mucca: latte, latte acido, burro, urina e sterco mentre alla divinità si offrono i cibi dell'immortalità: latte, miele, yogurt, burro chiarificato, il tutto accompaganto da canti e danze spesso intorno al fuoco nel quale si buttano granaglie mentre i fedeli bevono la tipica bevanda a base di cannabis, mandorle e latte visto che dal giorno prima osservano il digiuno.

L'altra leggenda narra invece del cacciatore Suswara , probabilmente il re Chitrabhanu della dinastia dei Ikshvakuche che in una precedente vita era un cacciatore che si trovò inseguito da un leone e che trovò rifugio su un albero sacro a Shiva e per passare la notte, visto che il leone lo attendeva ai piedi dell'albero, si mise a staccare le foglie una per una che caddero per terra sopra un Lingam (un simbolo, tradizionalmente di forma fallica ) di Shiva e questo omaggio seppur fortuito piacque a Shiva che lo salvò dal leone, da qui anche l'altro omaggio che in questa festa i fedeli fanno a Shiva con foglie dell'albero sacro: Bilva con cui portano i cibi e le offerte sacre.

Ma Shiva è anche il dio della luce, per cui questa festa avviene anche in onore del ricordo del sorgere del sole della conoscenza che spazza via il buio dell'ignoranza, la vittoria della luce sulla tenebra.
Altri invece fanno risalire la festa all'unione che in questa notte Siva ha con Sakti.

Io se riuscirò domenica andrò alla festa, invitata da un'associazione indiana e come al solito vi racconterò tutto...

3 commenti:

Vale ha detto...

Davvero interessante Silvia! Come sai adoro conoscere gli aspetti più tradizionali delle altre culture, quindi ti nomino inviata ufficiale alla festa e attendo il tuo reportage...

Nina ha detto...

Se riuscirò andrò senz'altro anche se già hanno messo le mani avanti dicendomi che loro qui non potranno fare molto ma magari una specie di rituale con dei bracciali da legarsi o scambiarsi, insomma uhmmm!.

luce ha detto...

Le credenze degli altri popoli ed i loro rituali sono sempre molto affascinanti, peccato che spesso si trasformino in feste non più tanto tipiche. Spero non sia stato questo il caso.