giovedì 6 marzo 2008

Il pelo nell'uovo

Da consumatrice sono sempre stata attenta alle etichette e ho sempre cercato di essere una consumatrice consapevole fin dalla adolescenza quando magari su questi temi ancora non c'era l'attenzione politica di nessuno se non di spaurite associazioni come la LAV, da cui oggi voglio riprendere un'informazione che riguarda le uova di gallina e di conseguenza questo docile animale.

Quando ero piccola ma neanche poi tanto, ho avuto nella casa in campagna anche io due piccole gallinelle così dette "ovarole" cioè non predisposte ad essere cucinate e mangiate ma la cui funzione principale era quella di fare le uova fresche; queste piccole animalette erano una compagnia continua a parte le strilla la mattina presto dopo aver covato a cui poi però ci si abitua subito e infondo ci si deve abituare a ben peggio in città (il camion della spazzatura che passa inevitabilmente a mezzanotte!!!) ma per il resto della giornata le lasciavamo libere di scorrazzare per il giardino effettivamente abbastanza grande per tutti e loro ormai si erano abituate a noi e noi a loro tanto che quando nei fine settimana tornavamo ci venivano a salutare al cancello aspettando che entrassimo e poi si accovacciavano e aspettavano le carezze! Sembra incredibile ma era così, quindi capirete quanto sia "coinvolta" in questo discorso...

Ebbene in Italia la maggior parte della produzione delle uova da consumo avviene in batteria, cioè in gabbia e come potete immaginare è un sistema che intensifica la produzione ma per le galline è una vita infernale. Esse, infatti, si ritrovano a vivere in gabbie più piccole di 30 cm (per capirci un foglio A4), al chiuso e con luce artificiale sempre accesa per stimolare una produzione maggiore ma gli effetti su di loro sono devastanti essendo private di muoversi, camminare e fare bagni di terra, come osteoporosi e frattura delle ossa e a livello psicologico arrivano alla pazzia rilevando aggressività e cannibalismo e le loro unghie crescono a livelli tali da attorcigliarsi intorno alle gabbie.
Una direttiva per l'abolizione delle gabbie per il 2012 è già prevista ma le aziende agricole produttrici di uova in batteria stanno cercando di far slittare la data con la scusa che per loro questo cambiamento sarebbe troppo oneroso però un sondaggio svolto dalla Commissione Europea li smentisce sostenendo che su 12 uova allevate nei metodi alternativi, cioè "allevamento all'aperto e biologico" in cui le galline vivono in una struttura coperta ma con libero accesso all'esterno, oppure "allevate a terra", in cui gli animali vivono in grandi capannoni attrezzati in cui possono muoversi liberamente, costerebbero rispetto ad una dozzina di uova in batteria 32 centesimi di euro in più, cioè solo 2,6 centesimi in più a uovo e in generale in una settimana 11 centesimi di euro in più per consumare uova non allevate in gabbia, un aumento ridicolo per i consumatori ma un cambiamento invece essenziale per la salute delle galline.

Ora, noi come possiamo contribuire a convincere gli allevatori che questo è un cambiamento che ci interessa? (dal sondaggio della Commissione UE è risultato che il 58% dei cittadini ritiene pessima la vita di queste galline "ovaiole"), semplicemente facendoci rispettare come consumatori e attuando un consumo consapevole da buoni cittadini: sulle confezioni delle uova è riportato per legge il tipo di allevamento ma attenzione non sempre le aziende per ovvi motivi specificano con la dicitura "galline in gabbia" questa triste realtà a volte per camuffarla usano edulcorate frasi tipo "uova di fattoria" o "di campagna", in realtà le norme prevedono dei codici a seconda del tipo di allevamento:
Uova da agricoltura biologica: CODICE 0
Uova da allevamento all'aperto: CODICE 1
Uova da allevamento a terra: CODICE 2
Uova da allevamento in batteria: CODICE 3

basta quindi leggere attentamente sulle confezioni anche se la dicitura è riportata al di sotto della confezione a caratteri minuscoli!.

Per chi vuole sabato 8 e domenica 9 la LAV sarà in piazza per firmare una petizione per dire basta alle gabbie in batteria e con un piccolo contributo potrete anche acquistare le uova di pasqua della LAV, uova di cioccolato equo e solidale! E anche buone aggiungo io!.

2 commenti:

luce ha detto...

Che orrore di vita, povere galline, grazie per le informazioni da adesso farò più attenzione alle etichette. Ti rivelerò una cosa a me fa più orrore un certo tipo di allevamento rispetto alla caccia, almeno gli animali vivono in libertà prima di essere catturati.

Nina ha detto...

Sì anche gli allevamenti effettivamente non sono da meno nè le condizioni in cui gli aimali da macello sono costretti a viaggiare prima di finire al macello...io sono diventata vegetariana dopo aver incrociato uno di questi sguardi in autostrada